DARIO DEE: il mio pesce corallo rosso. L'intervista su MIE
Ci vuol poco a leggere in altro modo la canzone del pugliese DARIO DEE che con questo nuovo disco dal titolo “DARIO È USCITO DALLA STANZA” sviluppa e forse conclude un percorso di emancipazione e di concetto personale che aveva già intrapreso con il primo disco e con il progetto “NELLA STANZA DI DARIO”.
La redazione di MIE
Il singolo di lancio va ascoltato con estrema attenzione: “IL MIO PESCE CORALLO ROSSO”, una similitudine, una chiave di lettura per denunciare l’omologazione ed il piattume intellettuale e intellettivo della società che abbiamo attorno…
Un disco di frammenti sociali, di forti segnali personali, un lavoro digitale che si mostra di colori e di “plastificazioni artigianali” davvero interessanti.
Il dietro le quinte di alcuni dischi sono fondamentali… qui DARIO DEE gioca con il dietro le quinte delle parole e delle loro visioni. Ed il piglio è assolutamente efficace.
Il mio pesce corallo rosso, il videoclip ufficiale
Un nuovo disco, un nuovo momento di confronto con se stessi. Per te questo concetto è determinante, non è vero?
Si ogni volta è come mettersi davanti allo specchio e dirsi “bene siamo qui io e te, raccontiamoci tutto e facciamolo meglio della volta precedente”. Per me è sempre molto personale ed intimo.
Emancipazione. Direi che è questa la parola che mi viene alla mente se penso al tuo percorso e al tuo modo di fare canzone… beh ovviamente se leggo tra le righe delle canzoni di oggi anche…
Quando la persona che si è ti porta ad essere sulla bocca di molti e sei un ragazzo che quelle attenzioni non le cercavi, ci si corazza. Io poco alla volta mi libero di un pezzo di armatura perché se è vero che la gente sa fare male è anche vero che voglio essere sinceramente me senza paura di essere giudicato.
Cosa c’era nella stanza di Dario? E cosa hai trovato fuori?
Dentro c’era un mondo scollegato dalla realtà ma pieno di sogni e musica, storie e fragilità che sembravano debolezze. Creatività. Fuori ho trovato il coraggio, l’amore, la bellezza e le controversie… a volte più surreali del mondo che mi ero costruito nella stanza.
Pop ed elettronica. Due linguaggi che oggi si sono incontrati. Non trovi che sia anche un gratuito lasciapassare per troppe produzioni prive di “senso”?
Veramente troppe e gratuite ma non è solo una moda. È anche l’unico modo per molti indipendenti di riuscire a produrre qualcosa. Poi in quel qualcosa tocca mettere dell’originale che sinceramente spesso non trovo. I network trasmettono musica indie italiana che suona tutta noiosamente uguale ma in giro ci sono artisti che meriterebbero più attenzione.
Colori… ci sono tanti colori in questo disco o sbaglio? Altro elemento importante…
Amo dipingere anche se oggi non ho molto tempo per farlo, forse è per questo che poi metto colore nella musica. Questo album rispetto al precedente vuole essere una esplosione di emozioni. La cover è nata da questa idea.
Perché mescolare alla “leggerezza” del pop la profondità di temi attuali come la guerra in Siria? Non pensi che l’ascoltatore medio gli restituisca poi meno attenzione di quella che merita?
Anche i sorrisi dei bambini sopravvissuti a questa guerra sembrano leggeri e felici però se si guarda bene nei loro occhi sono pieni di nostalgia. Miriam (Aria) ha questa doppia faccia. Il video che ho realizzato aiuta a comprendere. L’ascoltatore medio magari è riuscito ad ascoltare questo brano fino all’ultimo secondo, tradito da un vestito alla moda. Sono un furbone eh (: