Folkabbestia: nuova voce al Frikkettone. L'intervista su MIE.
Ormai “vecchio” di poco più di un mese, il nuovissimo disco che segna un ritorno autunnale per la musica ricca di sole e di energia dei Folkabbestia.
La redazione di MIE
La band alt folk pugliese più irlandese che abbiamo in Italia (giusto per giocare con le etichette che non amano poi tanto) torna per celebrare lo storico singolo “U frikkettone” che in questa sede ritrova nuova vita e nuovi suoni anche arricchiti dalle splendide featuring di Finaz ed Erriquez della Bandabardò e Dudu e Fry dei Modena City Ramblers
Ed oltre a questo grande classico dei nostri troviamo 6 nuove scritture che non tradiscono il taglio popolaresco e scanzonatorio dei Folkabbestia e, in misure assai evidente, cercano anche derive pop quasi commerciali o anche forti tinte balcaniche.
Questo nuovo disco si intitola “Il Fricchetto 2.0” è stato realizzato con la produzione di NRG Coop e anche grazie al sostegno di Puglia Sounds Record 2019.
Il Frikkettone 2.0 – il videoclip ufficiale
L’intervista ai Folkabbestia.
E qui di sicuro non siamo tra le file degli emergenti. Tutt’altro. Torna in scena il folk o l’alt folk dei Folkabbestia. Ecco spiegateci bene la differenza tra folk, combatt folk o alt folk…
Non ci è mai piaciuto avere un’etichetta ed essere messi in uno scaffale caratteristico, abbiamo sempre fatto la musica che ci sentivamo di fare. Le nostre influenze sono molteplici, dai Pogues ai Mano Negra, dai Dubliners a Esma Redzepova, dai Cantori di Carpino agli E’ Zezi, dai Beatles al rock progressivo, da De Andrè a Battiato, da Bennato a Gaber, da Modugno a Carosone, da Mozart a Coltrane… e tanto, tanto altro ancora… tuttavia lo scaffale del combat folk italiano ci può andar bene.
Un nuovo disco che però arreda di nuova voce lo storico singolo “U Frikkettone”. Perché questa scelta?
“U Frikkettone” è stata la nostra prima canzone e da allora ad ogni concerto viene cantata da tutto il pubblico. L’hanno intonata in dialetto barese anche in Bretagna!! Abbiamo deciso di celebrarla insieme ai nostri vecchi compagni di viaggio che abbiamo incontrato lungo le vie del folk, la Bandabardò e i Modena City ramblers, facendone una nuova versione completamente diversa dall’originale, nel ritmo, nell’arrangiamento, nel testo (cantato in pugliese, emiliano e toscano).
Da essere una lenta ballata in tre quarti ora diventa un rock scatenato pieno di interventi strumentali in stile irlandese.
Bandabardò e MCR: sotto questi marchi avete coccolato le vostre collaborazioni per questo lavoro (e non solo). Avete mai pensato di cercare altre derive artistiche, altre voci, altri strumenti?
Sono tante le collaborazioni che abbiamo avuto nella nostra carriera, accanto ai già citati Modena City Ramblers e Bandabardò, abbiamo collaborato in ordine sparso, con Franco Battiato, Caparezza, Daniele Sepe, Otello Profazio, Mau Mau, ecc. Per il futuro non sappiamo ancora, sono infinite le vie del folk…
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E poi c’è quel brano che un po’ si staglia decisamente da tutto: parliamo di “Canzone ottimista”. Anche questa è la faccia dei Folkabbestia? Com’è nato questo brano?
Abbiamo sempre composto e interpretato canzoni ironiche e leggere, questa appartiene a quel filone, un po’ alla Cochi e Renato, alla Jannacci, alla Gaber… i messaggi più importanti li abbiamo sempre veicolati con l’arma dell’ironia e della leggerezza.
Canzone e moti sociali. Oggi la gente non reagisce più, figuriamoci di fronte ad una canzone. Voi che ne pensate?
Oramai gli scambi di opinione e le relazioni interpersonali avvengono prevalentemente sui social, ma la canzone riesce a trasmettere oltre che messaggi, soprattutto emozioni e le emozioni muovono gli animi e risvegliano le coscienze, per questo sono importantissime.
Nella canzone “Un giorno di festa” gli ideali sono quelli della Rivolta di Pasqua del 1916 quando il popolo irlandese si ribellò all’oppressione dell’invasore inglese. La libertà non è un regalo bisogna guadagnarsela.
Con “Lo facciamo per voi” prendiamo le difese degli ulivi, che sono patrimonio fondamentale del paesaggio, della storia e della cultura pugliese.
E vogliamo sottolineare che questo disco vede la co-produzione di Puglia Sounds Records 2019. La Puglia si conferma attentissima alla cultura e alla produzione musicale dei suoi artisti… non è così?
Certo, Puglia Sounds è il programma della Regione Puglia per lo sviluppo del sistema musicale regionale ed è uno strumento molto utile per poter riuscire a realizzare e produrre un album, la Puglia si conferma una regione all’avanguardia nell’ambito della promozione della cultura.