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Pia Tuccitto: il lato rock dell’amore. L’intervista su MIE.

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“Romantica io” è il nuovissimo disco della rocker italiana per eccellenza: Pia Tuccitto.
Inevitabili riferimenti alla scuola emiliana capitanata dal grande Vasco Rossi in primis che anni fa ha reso celebre un brano della Tuccitto dal titolo “E…” che oggi ritroviamo in questa title track di 11 brani dove si mescolano successi del passato e nuove scritture, con la preziosissima collaborazione del grande Corrado Castellari e di Bettina Baldassarri e la produzione di Luca Bignardi e Frank Nemola.

Il suono del grande libero di essere finalmente se stesso come dice la stessa Tuccitto in una intervista che trasuda anima rock fin dalle primissime battute.

“Romantica io” lo troviamo anche in una bella edizione in vinile 33 giri.

L’intervista a Pia Tuccitto.

Su MIE non parliamo solo di progetti emergenti e anzi, spesso cogliamo l’occasione di rapire dai professionisti qualche buon segreto per capire quel che accade. Torniamo per un attimo proprio a Sanremo. Quanta musica c’è e quanta ne viene violentata secondo te?

Iniziamo proprio con una domanda “cattiva”…
Mi spiace non guardo Sanremo, ma la musica in Italia viene violentata anche dalle radio… è il sistema che non funziona e non mi appartiene.


Secondo te oggi un artista emergente quanto deve pensare al contenuto e quanto invece al come farlo apparire?

Quello che conta per me è solo la qualità del prodotto. È la gavetta che ti fa crescere, cantare le proprie canzoni è fondamentale. Come farle ascoltare è una bella gara, bussare tutte le porte possibili e non smettere mai di sognare.

Ascolta Pia Tuccitto su MIE vol.14.


Veniamo al tuo rock: radici che ci riportano indietro ad un tempo in cui era la provincia a cullare l’energia creativa della musica italiana. Non a caso un tuo forte nucleo ispiratore e Vasco che arriva proprio da un paesino come Zocca. Oggi cosa resta nella provincia? È tutto traslocato nelle grandi città

Le grandi città danno più opportunità, se io fossi un giovane emergente comunque me ne andrei dall’Italia, siamo troppo indietro.


In questo disco che evoluzione ha avuto la tua forma di rock? Quanto ha fatto i conti con le soluzioni melodiche del pop radiofonico?

Questo disco è la mia più grande gioia… l’ho prodotto insieme a due grandi maestri Luca Bignardi e Frank Nemola, non sono pop ma rock, il radiofonico lo lascio fare agli altri, io sono libera e faccio la mia musica senza compromessi di quel genere.


A chiudere: perché un disco svincolato dalla discografia? Che significato ha questa scelta?

Sono stata 15 anni sotto contratto discografico, ero troppo diversa dal loro modo di pensare, quando mi sono liberata ho avuto la sensazione di volare, da lì ho deciso di non scendere più.

 

 

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