JayWolf presenta Angels Of Mud. Il brano si ispira alla terribile alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna
JayWolf, all’anagrafe Simone Fesani, ha pubblicato il 23 Febbraio 2024 il singolo ‘‘Angels Of Mud”.
Il brano è stato pubblicato su tutte le piattaforme digitale e vede la collaborazione di Serena Castellucci (Batterista) e di Edoardo Scroccaro (Bassista) oltre a quella del fotografo e videomaker Simone Marini che ha diretto la produzione del videoclip del brano che sarà pubblicato nei prossimi giorni.
ECCO COME L’AUTORE STESSO PRESENTA LA SUA CANZONE
”Più camminavamo per le strade più sprofondavamo in un oceano. Io ed alcuni amici ci trovavamo nel cuore antico di Forlì con le pale in mano e il fango alle ginocchia. I nostri occhi, rifugiati nell’orrore silente, faticavano a credere a ciò che vedevano. Fiumi esondati, frane, quartieri sommersi, cuori spezzati, anime senza più un futuro. Ma in quel momento di disperazione, tra fango e dolore, tutti si radunarono nelle strade come spettatori ad un enorme concerto. Le mani si unirono per spalare via la desolazione, gli abbracci si moltiplicarono, le voci si alzarono in canto, e nel rincorrersi di gesti solidali, cercammo insieme la speranza. In quella terra martoriata, per un attimo, eravamo tutti uniti nella stessa battaglia, con la stessa voglia di sopravvivere. Quella sera tornai a casa, presi la chitarra elettrica e trasformai tutto quel dolore in una melodia piena di rabbia e lacrime. Così nacque ”Angels Of Mud”.
L’intervista a JayWolf
JayWolf è “figlio della natura”. Qual è la natura di JayWolf?
All’età di 22 anni partii da solo, zaino in spalla, per un viaggio organizzato da ”Avventure nel mondo” verso l’Africa. Nel gruppo c’era un altro Simone più grande di me. Tutti iniziarono a chiamarmi Simo junior e dopo qualche giorno di confidenza diventai Jay. Una sera in Tanzania gli indigeni invitarono me e tutto il gruppo a partecipare a un rituale nella savana. Dopo ore seduti davanti al fuoco, ascoltando solamente i rumori magici di quella natura selvaggia, la tribù vide tra le fiamme comparire il mio animale guida: era un lupo portatore di musica. Dentro la tenda di uno degli indigeni vidi una chitarra. La presi e suonai tutta la notte accompagnando i balli dei nativi. Da qui nacque JayWolf… l’incontro tra fuoco, natura e musica. Che io lo voglia o no, che io lo segua o no, questa è la mia vera natura.
Dodici anni di fabbrica per poi intraprendere un percorso rischioso come quello della musica in un Paese come l’Italia. Quali considerazioni hai maturato oggi e quale mentalità hai adottato?
Sono pienamente consapevole di aver abbandonato tutto per intraprendere una strada quasi impossibile, ma sono una persona da sempre estremamente curiosa. Curiosa di oltrepassare i miei limiti. Curiosa di vedere fino a dove posso arrivare con le mie forze. Per inseguire uno dei sogni che tutti noi custodiamo nel nostro cuore, bisogna essere pronti a tutto. Molte persone ti abbandoneranno, molte ti faranno sentire sbagliato, molte faranno di tutto per ostacolarti, le porte si chiuderanno, le soddisfazioni saranno sempre meno, sempre più brevi e ti sentirai solo contro il mondo. Spesso mi chiedo: ” Perché allora stai facendo tutto questo?”. Perché inseguire un sogno è senza dubbio il viaggio più selvaggio che ognuno di noi può compiere in questa vita. Non voglio avere rimpianti, non voglio guardarmi indietro un giorno e dire: ”Avrei potuto fare ciò che amavo”. Io voglio vivere un sogno. IL MIO sogno.
Nel 2022 hai pubblicato il tuo primo album live intitolato “PachaMama”. Come è nato e quali erano i temi trattati?
”PachaMama” è stato il mio primo album live da solista. Dopo due anni trascorsi suonando per strada come busker in Italia e all’estero, sentivo il bisogno di racchiudere tutte quelle emozioni provate on the road. Prima di ogni mia esibizione in strada, trovavo sempre un posto isolato in natura dove rilassarmi e concentrarmi per il live. Diventò il mio rituale pre-concerto. Decisi allora di andare da solo in Abruzzo, in tenda, per 5 giorni in un fiume dove i miei genitori mi portavano spesso da bambino. Volevo registrare un album live per dare alle mie canzoni tutta la potenza selvaggia di quella natura incontaminata, per trasformare i brani in veri e puri messaggi per gli ascoltatori. La madre terra e i concerti in strada mi hanno regalato emozioni indescrivibili e sentivo il dovere di omaggiare tutto ciò.
‘Angels Of Mud” su Spotify
“Angels of Mud” si propone di onorare le storie di resilienza e solidarietà che hanno caratterizzato la risposta della comunità di fronte alla devastazione che hanno dovuto affrontare. Quanto è stato importante aver vissuto in prima persona questo evento e la risposta della popolazione?
Dinanzi ad eventi devastanti come un’alluvione, ci si può davvero rendere conto di quanto noi umani siamo solo degli ospiti impotenti. In quei momenti non esiste più nessun odio verso il prossimo, nessun razzismo, nessuna diversità tra ricco e povero. Esiste solo il prendere una pala e andare a spalare fango dalla strada. Anche se la tua casa è stata risparmiata per qualche grazia divina, non puoi sederti sul divano e goderti la cena al caldo mentre tutta la tua città affoga. Il sangue inizia a ribollirti nelle vene e si accende quella forza di solidarietà che tutti noi abbiamo nel nostro DNA. Senti il bisogno di aiutare qualcuno, di asciugare qualche lacrima, di abbracciare qualcuno in difficoltà. Stavamo camminando in mezzo a un oceano. Quando guardavo negli occhi le persone, vedevo il vuoto. Il vuoto di chi aveva appena perso tutta una vita in poche ore: casa, auto, attività, sogni, futuro… fango fino ai tetti delle abitazioni, fiumi che non smettevano di esondare. Una devastazione paragonabile solo a una guerra. Eravamo tutti lì solo per spalare e scambiarci sorrisi per sopravvivere insieme a quei giorni di buio. Solo vivendo quei momenti sono riuscito a trasformare rabbia e lacrime in musica, dando vita a ”Angels Of Mud”.
A breve uscirà il videoclip di questo tuo nuovo singolo. Quali anticipazioni puoi darci?
Per il videoclip di ”Angels Of Mud” serviva qualcosa di vero, autentico, crudo. Qualcosa che ricalcava le linee dei documentari storici sulle guerre, sul periodo fascista, sui genocidi… quelle pellicole che appena le guardi ti trasmettono il gelo e il dramma delle emozioni provate in quei momenti. Perché così è stato e così dev’essere rappresentato. Io e il mio fedele videomaker Simone Marini abbiamo deciso di utilizzare i video fatti durante l’alluvione da televisioni locali e gente del posto uniti alle riprese in studio registrazione, dove ho registrato il brano insieme ai musicisti Serena Castellucci (Batteria) ed Edoardo Scroccaro (Bassista). Era doveroso realizzare un videoclip in grado di trasmettere quanto l’unione delle persone possa davvero resistere ad ogni calamità e cambiare il mondo.
Nella primavera 2024 hai in programma un tour. Ci sono già delle date?
Stiamo ancora ultimando il tour. Le date usciranno a breve sui miei profili social. Io e la mia band suoneremo prima in giro per l’Italia, per poi far rotta verso l’Europa, cercando di lanciare i messaggi delle mie canzoni dritto ai cuori di più persone possibili nel mondo. Nel frattempo, uscirà sui miei canali web il mio EP e i videoclip relativi ad ogni canzone.