L’Ep di esordio degli Stanis, "Alla gente piace morire”
Finalmente posso scrivere una recensione senza dover tenere a freno la lingua e non perché io abbia già avuto modo di ascoltare dal vivo questa band e ne conosca i componenti, ma sostanzialmente perché questo Ep è UNA BOMBA.
Stanis, questo il nome del gruppo formatosi nel 2011 per opera di Giacomo Bartalini (voce e chitarra), Marilù Massafra (voce) e Gianluca Coccia (batteria e percussioni), un power-trio che meno di un mese fa ha dato alla luce questa piccola perla, un Ep di 5 brani tutti da ascoltare e apprezzare a 360°, dagli arrangiamenti ai testi che, per la gioia di chi non ne può più di sentire giovani band portare il loro messaggio in inglese, sono scritti rigorosamente in italiano che, per chi se non lo sapesse, ha una grandissima dignità anche (e soprattutto) in campo musicale.
“Alla gente piace morire” è il titolo a primo impatto ambiguo, che non deve però portare fuori strada ed è solamente il primo indizio di una spiccata attitudine per la dissacrazione.
Sole vento vino apre la scaletta; tutta la apparente spensieratezza del cantautorato italiano in stile Baustelle, che si affianca ad inaspettate aperture pop punk, nasconde un testo interessante, ironico e dall’atmosfera un po’ retrò. “andavi per i trenta ma non è certo edificante riuscire ad accettare di non essere Jim Morrison” così recita un verso della canzone, che è forse il brano più ironico e che parla dello spaesamento post-adolescenziale e del crollo di quei miti che hanno caratterizzato un’epoca bohemien naufragata nei suoi cliché triti e ritriti, come quello del morire da ragazzi, il mito dell’autodistruzione, del dandismo fine a sé stesso, per intenderci.
Segue La mia verità, in assoluto il pezzo forte dell’Ep, per capirci meglio: una di quelle canzoni che ti mette le mani addosso. Gli Stanis qui sembrano invertire leggermente la rotta, allontanandosi dal campo familiare al cantautorato più genuino e cimentandosi in un brano rock che strizza l’occhiolino ai Verdena di WOW. Ancora una volta è necessario ribadire che la scelta dell’italiano per il testo è vincente.
Fabio Volo è il titolo della terza canzone che, devo dirlo, mi piace particolarmente.. finalmente qualcuno ha avuto il coraggio di dire la verità su chi legge i libri di Fabio Volo, e non aggiungo altro! Per capire di cosa sto parlando dovete assolutamente ascoltare in prima persona e vi si aprirà un mondo di consapevolezza che a molti potrebbe far male, ma che è necessario e doveroso affrontare per diventare persone migliori.
Chiudono il lavoro due Bonus-track, una cover e un brano in versione estesa.
La cover, Redemption song, è molto interessante, anche per gli inediti inserti di elettronica. Bella la scelta del pezzo, che gli Stanis propongono in una veste che è la loro personalissima rivisitazione, che ha ben poco a che vedere con l’originale.. ma nonostante questo, convince.
Che dire.. è un buon lavoro, di facile ascolto e godibilissimo. Le canzoni sono belle, le voci di Giacomo e Marilù si intrecciano, creando un connubio sempre molto difficile da trovare in situazioni analoghe. Alla gente piace morire è un Ep che nasce dal fallimento di una generazione, dalla crisi del mondo occidentale che deve improvvisamente riscoprirsi in nuovi valori, premuto dalle incombenze del progresso. È un Ep disilluso, ma che lascia intravedere un piccolo spiraglio di luce sul fondo del barile che stiamo raschiando.. che sia una via d’uscita o una semplice falla dovremo scoprirlo da soli.
Intanto voi andatevi ad ascoltare queste canzoncine e poi ringraziatemi.
Gianluca Zanella