L'ibridismo vincente dei 60 frame.
Imbattendosi questa band, che promette di far parlare di sé molto presto, ci si chiede che genere di musica si stia ascoltando. Da qui nasce una riflessione: è poi così importante definire il genere musicale? Bisogna necessariamente etichettare una band sotto una precisa definizione? Non è forse possibile che nel 2013 ci sia in Italia qualcuno che abbia creato qualcosa di nuovo?
È proprio questo quello che hanno fatto i 60 frame: creare qualcosa di nuovo. Questo grazie alla formazione dei vari componenti, che in comune hanno solo la passione per la musica (questo è quello che penso io, non me ne voglia la band se sbaglio).
I ragazzi sono riusciti a far conciliare dei generi che, fino a qualche giorno fa, ritenevo inconciliabili: ad una potente base rock si uniscono inserti hip hop e sfumature funkeggianti. Non a caso la band ha in poco tempo ottenuto ottimi riconoscimenti da parte della critica, arrivando anche tra i 60 finalisti delle selezioni per Sanremo 2013 (da cui, inaspettatamente – si noti l’ironia- , sono stati esclusi). Adesso l’unica cosa da fare è aspettare che il grande pubblico si accorga di questa che, pur rischiando di risultare rischiosa, è sicuramente una novità nel panorama musicale italiano in agonia. Nel frattempo teniamo d’occhio questi ragazzi, che a breve pubblicheranno un secondo singolo, dopo il fortunatissimo “l’ immagine di un attimo”, disponibile su youtube e Itunes.