Nico presenta “Imparare a nuotare”: l’intervista su MIE.
Nico presenta “Imparare a nuotare”, girato da Niccolò Savinelli e che vede il ballerino-performer Francesco Beltrani alle prese con una coreografia in una location come la ex chiesa di Sant’Agostino a Piacenza, ex chiesa adibita ora trasformata nello spazio d’arte “Volumnia”.
Imparare a nuotare, il videoclip ufficiale
Ciao Nico e benvenuto su Musica Italiana Emergente. Quali stati gli spunti che hanno ispirato questo tuo nuovo singolo?
Ciao e grazie. Potrei iniziare dicendo che lo spunto è partito da uno di quei giorni in cui ci si ritrova a tirare le somme sulla propria esistenza, quei giorni in cui ripensi agli errori commessi e cerchi di dare a te stesso una spiegazione convincente, così mi è tornata alla mente una delle più famose citazioni di Einstein : “Non hai mai commesso un errore si non hai mai tentato qualcosa di nuovo”.
È chiaro che gli errori del passato, comunque, rimangono tali e non si possono cambiare ma la loro origine è sempre da attribuire alla ricerca di qualcosa di nuovo, quindi generalizzando, per non finire in un trattato psicologia “Non c’è niente di male” se gli errori commessi non sono di natura dolosa per gli altri esseri viventi di questo mondo.
Musicalmente invece ho cercato di far convivere Beatles, Soulwax e una chitarra stile Kyuss in una canzone sola…se ci sia riuscito o meno non lo so ma il risultato mi piace.
Il videoclip è stato girato da Niccolò Savinelli in cui Francesco Beltrani è il protagonista in una location molto suggestiva. Come è nata questa collaborazione e come è stata scelta la location?
Savinelli non lo conoscevo, ma avevo visto qualche lavoro realizzato da lui e ricordo che quello che mi aveva colpito era il modo in cui usava le luci nelle riprese all’interno.
Francesco invece è un bravissimo ballerino ed è da quando l’ho visto in azione la prima volta qualche anno fa che ho in testa l’idea di fargli interpretare un mio brano.
Diciamo che l’universo ha fatto sì che tutti i loro impegni e i miei coincidessero per quel preciso momento.
Per quanto riguarda la location, la ricerca è andata verso un posto spazioso (dove Francesco avrebbe potuto muoversi liberamente) e al tempo stesso sacro, Volumnia è stata la risposta.
Quanto rappresenta il videoclip questa canzone?
Diciamo che non è ambientato né al mare né a bordo piscina, ma si è tentato di valorizzare la tesi che gli errori fatti in buona fede fanno parte del cammino dell’umanità. Infatti danza e trucco furono i primi tentativi di avvicinare l’uomo alle divinità…noi poi abbiamo anche aggiunto una ex basilica che ora è diventato uno spazio d’arte.
Poi volevo che fosse un video dove si balla.
Questo è il tuo secondo singolo nel 2020 dopo “Mostry”. Cosa hai in programma per l’estate e quali saranno i prossimi passi dopo l’estate?
Cercherò sicuramente di ultimare l’album e di organizzare la release per l’atunno con un nuovo singolo che però presenterà il disco completo.
Nico su Spotify
Da “Ciao ciao bell’amore mio” del 2015 a “Imparare a nuotare” nel 2020, quali sono stati i cambiamenti che hai vissuto e le esperienze che ti hanno lasciato qualcosa nella tua attività?
In questi ultimi cinque anni potrei dire che sono semplicemente cresciuto (o invecchiato, dipende dai punti di vista) e il mio gusto musicale ha preso un percorso diverso dettato forse dalla noia e dal “troppo omogeneo” che viene sempre riproposto. Ho sempre amato la varietà musicale: il rock, il noise, il jazz e quando queste cose si fondo a favore del pop me ne innamoro.
Sempre parlando delle tue pubblicazioni quali sono le tre canzoni che vorresti che chi non ti conosce ascoltasse per avere un’idea di chi è Nico?
Dunque, da ascoltare in quest’ordine:
Veleno: perché c’è un po’ del romanticismo a cui sono legato.
Hicaro: che scrissi e registrai nel 2008 con la mia vecchia band flyindolly (ma che non è ancora su Spotify) perché rappresenta bene i miei due lati della medaglia.
Mostry: perché descrive in qualche modo i posti dove sono cresciuto.
Grazie per la disponibilità e in bocca al lupo.
È stato un piacere, grazie a voi e viva il lupo.