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Paolo Gerson: il punk in un tempo pop.L'intervista su MIE.

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PAOLO GERSON lo ricordiamo come voce dei GERSON, una delle più importanti realtà punk del passato davvero recente di questa scena italiana.
Ed è proprio dal punk che prende sembianze pop che nasce questo suo primo disco solista dal titolo “LE ULTIME DAL SUOLO IN ALTA FEDELTÀ”.
Un disco interessante, un disco che nasce dal suono suonato come ormai non va più di moda, un disco che prende forma dai garage e dalle sale prova.
E quel modo che Gerson ha di cantare e di tessere le melodie è assolutamente in pieno stile per quanto il nostro non disdegni la bella melodia e incisi accattivanti per strizzare l’occhio a strutture più accomodanti per il popolo del main stream.
Insomma: un bel disco punk di questi tempi pop.
 

L’intervista a PAOLO GERSON

Esordio per te che un emergente non sei. Cosa significa tornare a fare l’esordiente oggi? Cosa significa fare un disco da cantautore?
Due domande in una? Beh, tornare a fare l’esordiente oggi lo trovo abbastanza divertente, una novità insomma, dato che ho bazzicato per anni i palchi della musica indipendente.
Cantautore? In parte lo sono sempre stato, solo che prima usavo di più la chitarra elettrica, mentre ora mi accontento (si fa per dire) di un’acustica rassicurante. Ma i testi li ho sempre scritti.
Il decadimento culturale ha investito tantissimi campi. Sicuramente anche il punk in ragione di una musica più digitale e pre-confezionata. Come ti rapporti alle tendenze di oggi? Tu che continui – per fortuna – a dar voce ad una musica suonata invece che programmata…
Che dire, erano anni diversi quelli in cui il punk esplose per la “seconda volta”. Gli anni 90. Cobain era appena morto e c’era una gran voglia di di novità, di divertirsi, La voglia di punk arrivò anche in Italia ed esplosero band che tutti conosciamo, come i Punkrease altri ancora, anche se poi i Gerson arrivarono proprio alla fine del fenomeno ovvero a metà dei 2000 ma poi è arrivato il digitale e molti di quei gruppi che avevano costruito le loro fortune su cd hanno fatto fatica a rimanere in piedi.
Come mi rapporto alla tendenze di oggi? Con difficoltà, mettiamola così, non sono mai stato molto social ma ogni tanto la testa fuori dal buco cerco di metterla.
 

Musica Italiana Emergente Vol.4 su Spotify.


E nel disco non manca l’elettronica, come nel brano “Zero Onde”. Segno che non rifiuti quello che sta accadendo e lo provi sulla tua pelle. Ti piace il risultato?
“Zero Onde” è un brano a cui sono molto legato e che ho voluto un po’ distanziare dagli altri, mi piace che sia presente l’elettronica. Le dà quel qualcosa in più, un qualcosa che non ti aspetti perché se ci pensi è uno dei pezzi più tranquilli del mio album. L’idea di inserire un accenno di elettronica è maturata col tempo, anche se fin dall’inizio avevo pensato di non costruire un disco analogico al 100% ma di misurarmi anche con suoni mai usati prima.
E restando sul tema, perché proprio per questo brano usare sfacciatamente l’elettronica?
Beh, avrei potuto usare un brano più movimentato ma non credo che avrebbe sortito lo stesso effetto. Quando il ritmo è lento, l’elettronica la si tocca maggiormanete con mano, la si sente di più.

Inoltre, anche se si sente poco, ci sono tracce di elettronica in quasi tutti i brani con qualche synth e arpeggiatore che fanno da tappetino.

Il disco, la band e l’avventura da cantautore.

“Le ultime dal suolo in alto fedeltà”. Possiamo dire che questo è un disco sociale?

Possiamo dire che è anche un disco sociale, perché come tutti ogni mattino metto il naso fuori dalla porta e osservo quello che mi circonda, molte cose non mi piacciono ma non penso che il mondo sia una merda, che sia tutto da buttare.
Quando ho deciso di scrivere questo disco non mi sono posto domande esistenziali, non mi sono chiesto “come sta il sistema?” perché lo sappiamo tutti che è messo male e noi ne siamo i responsabili. Ho dato voce alle mie sensazioni, risulterà banale, ma è così.
Da band punk a cantautore: rivoluzione, evoluzione, prove di scena per capire dove andare… cosa accade a Paolo Gerson?
Accade che a una certa età hai voglia di fare altro, che forse hai voglia di abbassare il volume, accade che hai voglia di scrivere senza ansia, senza scadenze. Non so se si tratta di un’evoluzione, non spetta a me dirlo, di sicuro è un cambiamento, ma escludo a priori una “prova di scena”.
La redazione di MIE

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