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Pino Marino: stiamo vivendo un “Tilt”

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Parliamo di “Tilt”, questo nuovo straordinario disco di Pino Marino.

Artista sociale in tantissime derive che questa parola contiene nel suo nobile significato. Sociale e cooperativo anche questo nuovo lavoro che vede la partecipazione di Tosca, Ginevra Di Marco e l’attore Vinicio Marchioni.

Siamo un popolo che sta vivendo in tilt, che stiamo lontani dalla verità, dentro morali costruite ad arte, siamo fin dentro paradossi che comunemente sdoganiamo come normalità. Un disco che fa riflettere, che mette a nudo, che porta in scena la bella canzone d’autore italiana tinta di attualità digitale.

Calcutta, il videoclip ufficiale.

 

 

L’intervista a Pino Marino.

Non parliamo solo di musica emergente… e che onore ospitare un artista come te che da anni ha dato anche tanto alla musica emergente. Parafrasando questo titolo e il messaggio di questo disco: che sia andata in “tilt” anche la voce dei nuovi cantautori?

È andata in Tilt qualunque voce non in grado di raccontare una biografia collettiva, presa dal far sopravvivere (in gloria o a stento) solo quella personale. È andata in Tilt qualunque modalità che preveda solo il gioco della propria partita, trascurando il tempo avuto e il tempo che daremo al Flipper che abbiamo in prestito (perché quello che utilizziamo non è di nostra proprietà, prima di noi è stato usato e dopo di noi dovranno usarlo). È andato in Tilt tutto ciò che non cura, ma sfrutta stagionalmente.

La cultura è una vecchia signora con un piede scalzo… o forse qualcosa che le assomiglia molto… un’immagine davvero importante…

Se Amore è una parola, disappunto è una parola e Cultura è una signora con una scarpa sola. Il crimine sociale che oscura le nostre vesti, lo dobbiamo a tre cose niente affatto casuali: La bassezza dell’informazione, l’impoverimento dello stato culturale e di conseguenza, la paura di ciò che non comprendiamo. Perché ho detto “niente affatto casuali”? Perché tutte e tre sono industrie di profitto, non accadimenti occasionali e/o fisiologici.

Ascoltandolo ho la percezione che questo sia un disco che covava dentro con forza e rabbia da tanto tempo… sbaglio? Ho forte la sensazione che sia qualcosa che abbia avuto anche il suo tempo per decantare e trovare la misura più efficace…

Il tempo necessario è l’unico garante della necessità. È vero, ho lavorato ad altro, ho scritto per altri interpreti e ho composto musica per importanti spettacoli teatrali. Nel mentre le necessità del mio “Tilt” si prendevano il tempo necessario. E necessario era anche che Tilt uscisse in pieno Tilt e non in un momento di vantaggio mercantile migliore.

Parlaci di queste collaborazioni. Oltre quelle storiche che forse non possono mancare, perché Ginevra Di Marco, Vinicio Marchioni e Tosca? Hai pensato a loro mentre scrivevi o il tutto è accaduto in altro modo?

“Roma bella” l’ho pensata proprio per Tosca ed è l’ultima canzone scritta in ordine temporale, mentre stavamo già ultimando le registrazioni dell’Album. Stessa cosa per Vinicio Marchioni che chiude il percorso di tutto il lavoro con “Tilt”. Un po’ più di tempo è occorso per individuare la personalità che potesse interpretare “Maddalena” e Ginevra Di Marco ha reso giustizia alle sue rivendicazioni. La stima reciproca, il comune modo di intendere e la loro grande capacità di visione e immaginario, ha fatto il resto.

Fabrizio Fratepietro (collaboratore storico) ha prodotto l’album in studio. Pino Pecorelli (altro componente del nostro Trio storico) ha suonato il Contrabasso e il Basso elettrico. Vincenzo Vicaro, Fernando Pantini, Giovanna Famulari, Agnese Valle e Roberto Angelini, hanno dato il dono prezioso della loro forza interpretativa perché il suono di questo lavoro fosse quello voluto. La mia gratitudine a tutti.

A chiudere vogliamo sottolineare questo video. Dentro c’è tanto e chissà… ad ogni visione spuntano particolari e nuovi spunti di lettura. E se ti chiedessi cosa manca?

Non manca nulla a questo meraviglioso video di Marco Arturo Messina, perché quello che abbiamo è quello che abbiamo, non quello che avremmo voluto avere. È stato girato per mezzo mondo e montato a distanza fra Roma e Milano in pieno lockdown, fra marzo e maggio. Un vero miracolo, quello che solo la poesia sa realizzare quando tutto sembra impossibile o impossibilitato.

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