Recensione: Diskanto – Temerari sulle macchine volanti
“Io non credo nella salvezza, credo negli uomini e nella bellezza.”
Questi versi non sono farina del mio sacco ma una delle frasi più rappresentative della bellezza di “Temerari sulle macchine volanti”, l’album dei Diskanto.
Un titolo che potrebbe far pensare alla pellicola del 1965 in cui c’erano attori del calibro di Alberto Sordi, Terry-Thomas, Gert Fröbe, Robert Morley e James Fox e che invece diventa un viaggio in cui cui i Diskanto ci guidano planando sul mondo.
Tuttavia, se in alcuni casi si deve cercare la bellezza tra le canzoni di un album, ci sono eccezioni in cui arriva diretta, al primo colpo, ed in questo album è così tangibile che te la senti come una coperta che ti avvolge.
Un album tra rock e poesia che ti trascina portandoti in un mondo pieno di energia sin da “Il lanciatore di coltelli” in cui i Diskanto ci raccontano, con una poetica asciutta, acuta e fluida, le tante verità e la fragilità di ognuno di noi.
I Diskanto (Loris Durando – basso e cori, Fausto Punzi – batteria, Stefano Scolaro – chitarre, Marco Turati – Voce e chitarra acustica) sono l’inaspettato che cercavi: quel desiderio di stupore che porta alla serenità attraverso la musica; in quella musica tra rock e cantautorato che si spinge verso la poesia.
I “temerari sulle macchine volanti” possiamo essere noi se solo lo volessimo. Lo sono sicuramente i Diskanto che, come fratelli maggiori, ci guidano e ci mostrano il mondo che ci aspetta donandoci un impulso, forte, che vuole far emergere l’io in mezzo agli altri scavando dentro di noi e prendendo a pugni l’individualismo sfrenato che soffoca le nostre anime.
Nel frattempo, “ragazzacci” dei Diskanto ci hanno donato una perla rara che ha un unico difetto, essere su “contenitori” come Spotify, Itunes & co in balia di un minestrone di rifiuti in cui i “temerari” rischiano di perdersi e non arrivare all’unica meta: il cuore di chi ama la musica.
Fortuna che quei “temerari” diventano compagni di viaggio nel formato fisico di un cd che ci porta in una dimensione diversa da quella distaccata e fredda della musica da smartphone.
Per il resto vi invito a scoprirlo voi stessi nella sua forma fisica perché è notevole la differenza emozionale tra l’ascolto dai digital e quello di poterlo fare stringendo tra le mani un album che è un omaggio ai sognatori di oggi sin dalla bellissima copertina e che ci porta ad immergerci tra le foto, i testi e i nomi di chi ha partecipato al racconto di quelle persone che han voglia di credere negli uomini e nella salvezza.
TRACKLIST
1. Il lanciatore di coltelli (con Melissa Fontana)
3. Ci credi ancora? (con Omar Pedrini)
4. Vecchie abitudini
5. Zep (con Franco D’Aniello
6. Un giro di vite
7. Trentamila giorni
8. Non avrai il mio scalpo
9. Povero tempo nostro (omaggio a Gianmaria Testa – con Roberto Cipelli)