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Recensione: Kutso – Che Effetto fa

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di Francesco Ricci

La prima sensazione che si prova ascoltando “Che effetto fa” dei Kutso è quella di essere di fronte ad un album spensierato e ironico, dissacrante e leggero, senza fronzoli, semplice e diretto, che ad un primo ascolto si presenta molto orecchiabile.
Sonorità che a larghi tratti ricordano il vecchio stile anni 80 e 90 accompagnano degnamente i testi che raccontano, a volte anche in maniera molto esplicita, tante piccole verità del nostro quotidiano, che tutti conoscono ma che nessuno magari affronta con la giusta attenzione. Un po’ perchè possono sembrare argomenti di carattere secondario e un po’ perchè certe verità a volte sono scomode da rivelare anche tra una chiacchiera e l’altra.
I Kutso, invece, tirano fuori tutto e lo fanno anche in maniera spregiudicata e sarcastica, quasi a gamba tesa, ma sempre mantenendo un tono allegro e spensierato. Dieci tracce da ascoltare e godere a casa, in macchina, in tram o nella metro, ma anche al parco o mentre si è in pausa, per staccare un attimo la spina.
L’album si apre con l’omonima “Che effetto che fa” in cui un ex rivoluzionario e anticonformista, ha ceduto alle lusinghe del matrimonio convenzionale e della vita più agiata e tranquilla. L’autore, sarcasticamente, si chiede in “dov’è finita la rivoluzione?” e poi nel finale aggiunge il carico: “Vado dritto sulla tangenziale, io in fondo son rimasto uguale, tu invece hai tirato il freno per un reggiseno”.

“I Kutso, invece, tirano fuori tutto e lo fanno anche in maniera spregiudicata e sarcastica”

In “Manzoni alieni” si assiste a una trasformazione dei Promessi sposi in qualcosa di più trascendentale, non più il racconto che molti di noi non tanto amavano studiare a scuola, bensì una versione futuristica in cui i protagonisti sono due alieni.
Anche qui il tutto è raccontato in chiave ironica e divertente, anche per merito del sound incalzante e allegro, che tanto ricorda le hit anni 80. La canzone “Le rose morte” prende invece di mira, dissacrandoli, tutti quegli ambienti da pseudo-intellettuali, divi e radical chic, nonchè i loro modi di fare abbastanza classisti.
Potentissimo e di grande effetto il ritornello che recita “distruggerò i circoli esclusivi e sputerò nei vostri aperitivi”. La malinconia è invece il tema dominante in “Strade interrotte”, una bellissima ballata in cui trasuda lo stato d’animo triste e sofferente del protagonista del brano, che è evidentemente uscito da poco da una storia d’amore e si guarda intorno in un contesto che risulta anch’esso triste, fatto di alberi spogli, foglie cadute, lampioni nella notte, pioggia. Bellissima.
Molto attuale è la canzone “Disoccupato”, in cui il tema è appunto quello della ricerca di un lavoro che però non c’è, e che lascia l’autore in uno stato d’animo di arrendevolezza. Azzeccatissimo il ritornello tutto in rima che entra facilmente in testa e va in loop: “Devo, devo, devo lavorà, vojo vojo, vojo guadagnà, so’ stanco, stanco, d’aspettà, devo devo, devo campà”.
“Il segreto di Giulio” è un brano in collaborazione con l’attore Giulio Berruti. In maniera molto ironica, viene svelata un’amara verità, cioè quella secondo cui per avere successo bisogna piacere alle donne. E chi, meglio del bel Berruti, può svelare questo segreto? Nella bellissima “Uno+una” c’è il racconto di una storia d’amore che, nonostante alti e bassi, liti e riappacificazioni, tensioni e momenti felici, continua e va avanti, perchè in fondo “è amore o qualcosa di simile”.

“Che effetto fa”su Spotify.


Nota di merito per gli arrangiamenti, sembra di tornare indietro nel tempo e riascoltare quelle straordinarie colonne sonore di film o telefilm dei primi anni 80. Molto simpatica la canzone “Niente cuoricini” che prende di mira il mondo dei social e delle chat, di cui la società e diventata schiava. Si vive troppo in funzione di like, notifiche, post, condivisioni e tweet. Secondo l’autore bisognerebbe invece vivere di più la vita reale e pensare al sodo, cioè fare più sesso. Decisamente d’accordo.
“Nessuno ti minaccia” è un pezzo introspettivo, in cui l’autore diventa più consapevole dei propri mezzi e non ha più paura di compiere le sue scelte, perchè non si sente più minacciato da nulla, o almeno, questa è la sua impressione. E tanto basta per gettarsi nella mischia e dire la sua. E allora “con il sole in faccia ti alzi e resti in piedi”.

Il videoclip ufficiale di “Uno + Una”


Chiude l’album la canzone “Giovani speranze”, in cui è rimarcata la contrapposizione tra due generazioni: da una parte gli adulti, preoccupati e sempre in ansia per tutto (vorrei essere meno nervoso, affrontare la vita con calma e non fare di ogni problema un dramma), dall’altra i giovani, sempre spensierati e incoscienti (tornano dalle vacanze senza troppa fretta, vanno in bicicletta e non guardano gli stop).
In conclusione possiamo certamente inserire “Che effetto fa” dei Kutso tra gli album consigliati e da ascoltare, specialmente se desidera passare una buona mezz’ora a riacquistare il buon umore. Ne vale davvero la pena, buon ascolto a tutti!

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