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Recensione: Orkestrina – Specchio

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Nella musica ci sono gli eroi. Erik Montanari e Davide Massarini, in arte Orkestrina, fanno parte di questa categoria fatta da quella

Salvatore Imperio
di Salvatore Imperio

minoranza di artisti e musicisti che riescono a fare buona musica fuori da ogni tendenza del momento ed il messaggio è proprio questo: “La musica non è tendenza”.

Durante la chiacchierata con i due musicisti emiliani è immediatamente scattata quella empatia che solo persone genuine riescono a generare.

Gli Orkestrina, band emiliana che ha avuto il grande onore di esibirsi per una meravigliosa manifestazione dedicata ad un grande maestro della canzone italiana come Pierangelo Bertoli, hanno pubblicato “Specchio”.

“Specchio” è un album capace di riportarci sulla retta via della musica italiana fatta con criterio e spensieratezza, tra testi malinconici e maturi “vestiti” con un sound pop, degno di essere menzionato negli album che sanno dimostrare come si fa pop d’autore.
Un album maturo, grazie a canzoni come “Sai amica mia” in cui l’amicizia è raccontata come il valore assoluto della vita, il punto da cui partire per tracciare la nostra strada nel mondo
 

Orkestrina in “Paolina” (Omaggio a Ivan Graziani)


L’album, successivamente, cresce di intensità e quasi come il susseguirsi di giorno e notte, di sole e luna, arriva a “Paolina” canzone di Ivan Graziani, reinterpretata magistralmente dalla band; una botta di energia che riesce ad infilarsi in testa per la bellezza e l’energia.
La band è riuscita a omaggiare un grande artista come Ivan Graziani, come meglio non si poteva.

Ritrovare Ivan Graziani nell’album di questa band, mi fa pensare a tanti artisti indipendenti italiani, comunità che è la vera culla della musica italiana contemporanea e che rischiano di essere snobbato come il cantautore e rocker abruzzese. Forse è anche per questo che continuo a parlare di musica e di artisti “emergenti”.
 
L’album si chiude con due brani molti interiori, “La notte giudica” (finalista al Premio Pierangelo Bertoli) e “Avrei creduto con te”: la prima vestita in maniera eccellente, con un sound pop che scorre impetuoso ed è un po’ come ricordare una poesia importante per la letteratura italiana in cui si parla della coscienza con cui dobbiamo fare i conti ogni notte.
La seconda, “Avrei creduto con te”, malinconica e interiore, in cui lo sfogo come terremoto interiore, porta ad suscitare un nuovo interessasse, a far nascere nuovi punti di vista e nuovi punti di vista per rialzarsi da una caduta.

Orkestrina – La notte giudica – Finale Premio Bertoli 2018



Un album davvero bello che diventa una colonna sonora per un viaggio e per fare i conti con sé stessi, davanti a quello “specchio” di cui parlano gli Orkestrina,
Ecco cosa succede quando si fa musica tra musicisti, tra emozione e razionalità, senza cadere nel clichè della tendenza.
 

Specchio su Spotify

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