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Il 24 Giugno esce il nuovo album di Stefano Vergani. L'intervista al cantautore su MIE.

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La redazione di MIE
Stefano Vergani, cantautore brianzolo classe 1982, pubblica il suo primo disco “La musica è un pretesto la sirena una metafora” nel 2005; nel tempo che intercorre tra la registrazione e l’uscita del lavoro, partecipa al Premio Tenco portando a casa la Targa SIAE come miglior autore emergente. 
É del 2007 l’album “Chagrin D’amour”, da cui viene estratto il video “Pesci e poltrone”. Il tutto, sempre alla luce della collaborazione con l’Orchestrina Pontiroli, che nel corso degli anni muta formazione e nome diventando Orchestrina Acapulco. 
Nel 2010 è invitato a suonare al prestigioso Festival di Villa Arconati. Segue, a breve, la registrazione del nuovo disco, “E allor pensai che mai”, pubblicato nel gennaio 2011, dal quale viene estratto il secondo video ufficiale, “Mercoledì”
Nello stesso anno vince il primo premio nel corso della rassegna “Musica da bere”. Cambio di rotta nell’ottobre 2013 con l’inizio dei lavori per il suo primo disco da solista, “Applausi a prescindere”, uscito a settembre dell’anno successivo. Finalista di Musicultura 2015.


Stefano Vergani – Audizioni live Musicultura 2015

L’intervista a Stefano Vergani.

Ciao Stefano, un album ogni quattro anni. Era giusto il momento di tornare. Questo vuol dire che vai controcorrente e non vuoi far uscire un album all’anno come fanno in tanti?

Non è una questione di andare controcorrente, ci sono dei tempi tecnici e anche umani che mi tocca rispettare, ho passato un periodo abbastanza lungo dove ho preferito concentrarmi su altro e mettere da parte per un po’ le canzoni, ma volente o nolente queste tornano sempre a bussare alla mia porta insistentemente e arriva il punto dove non puoi più far finta di niente, e ti tocca dargli un bel vestito. 


“Mi sono giusto allontanato per un attimo” (parte prima) è il tuo nuovo album. Hai scelto di dividerlo in due parti. Come mai questa scelta?

È molto semplice, considerando che mi sono avvolto di un mondo prettamente sonoro a me fino ad ora poco conosciuto, abbiamo preferito anziché uscire con un solo singolo che poteva dare un’idea distorta del progetto, uscire con una buona parte del disco ovvero sette pezzi, che potessero dare una dimensione più omogenea del progetto, nella speranza di incuriosire l’ascoltatore e dargli quel poco di attesa per il resto del disco. 
 
Questo nuova produzione è nata lontano da tutto. Vivendo in un luogo più tranquillo sei riuscito a lavorare più serenamente a questo nuovo capitolo del tuo percorso da cantautore?
Devo ammettere che la pace e la tranquillità che mi circonda anziché darmi beneficio creativo, mi rende piuttosto fermo, contemplativo, mi viene più facile trovare spunti nella confusione, sembra paradossale ma è così.
 
Francesco Arcuri (Vinicio Capossela, Alessandro Mannarino, Ludovico Einaudi) è il produttore artistico del tuo nuovo album. Cosa di porti dietro con questa collaborazione? 
Io e Francesco ci conosciamo da tanti anni e c’è sempre stata una grande stima tra noi. Diciamo che mi ha spronato molto a cercare una nuova strada per quanto riguarda un universo musicale che non avevo mai prima preso in considerazione, per tanto nell’ultimo anno ho appoggiato la chitarra e mi sono messo a manovrare sintetizzatori e tastiere.
Gli spedivo i provini non molto convinto del lavoro che stavo facendo ma lui è stato capace di darmi quella fiducia ed energia che mi è servita per sentirmi a mio agio in questa nuova fase. Così che ogni pezzo del disco è nato da una mia idea e poi è stata arrangiata magistralmente dalle sue mani.

Dopo 14 anni dalla  pubblicazione “La musica è un pretesto la sirena una metafora” nel 2005 come è cambiata la musica? Tu che hai vissuto i vari mutamenti pensi ci sia spazio per il cantautorato, mondo di cui fai parte?
Penso che se si parla di mainstream ammesso che se ne possa parlare, lo spazio sia saturo di musica a mio avviso abbastanza triste dal punto di vista artistico, penso però che ci siano comunque contesti dove ci sia ancora spazio per la musica diciamo cantautorale, spazi più piccoli ma dove ci si può trovare bene.
 
Hai partecipato al Premio Tenco, vinto Targa SIAE come miglior autore emergente e sei stato finalista nel 2015 di Musicultura. Quanto sono stati importanti, finora, concorsi così importanti per far conoscere la tua musica?
Penso che siano delle belle vetrine dove ti trovi davanti un bel pubblico al quale puoi fare ascoltare le cose che hai da dire, sicuramente mi hanno dato una mano in termini di visibilità, anche se credo che la cosa più importante per farsi conoscere sia cercare di suonare il più spesso possibile in buoni contesti e sudare.
 
Pensi che concorsi così possono essere il banco di prova per testare la qualità della propria arte musicale?
Non credo che le cose coincidano sempre, quando si entra in quello che può essere una competizione, si valutano decine di aspetti che a mio avviso a volte poco hanno davvero a che fare con la qualità della canzone, o dell’artista. 
 
Cosa troveremo in questo tuo nuovo album?
Troverete sicuramente me stesso, lo stesso di sempre ma questa volta con un vestito musicale tutto nuovo, a pois rossi, per intenderci.
 
Quali saranno i tuoi progetti prima dell’uscita della seconda parte di “Mi sono giusto allontanato per un attimo” ?
Faremo qualche concerto di presentazione in giro per Italia, qualche piccola premier, aspettando il grosso che arriverà appunto a Settembre.

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