STEREO GAZETTE: il Rock della porta accanto
Da Piacenza arrivano gli STEREO GAZETTE: quando il Rock si traduce in quella commistione affascinante di POP nostrano che oggi ha le sembianze di un futuro digitale.
Si intitola “Nel tempo di ogni cosa”, dall’estetica assai inglese, nordica.
Di seguito eccovi il video ufficiale del primo singolo estratto dal titolo “Canzone per me”. Dunque non l’amore romantico ma il quotidiano vissuto ad ispirare il pop elettronico di oggi e di domani… che poi è già domani.
L’intervista a Stereo Gazette
L’esordio oggi. Certo voi avete un EP alle spalle… ma oggi è un disco vero e proprio come si dice. Cosa vi ha spinto a fare questa scelta?
Registrare un disco è un’esperienza bellissima che in un certo senso “crea dipendenza”. Il primo EP l’abbiamo registrato con un po’ di timore e reverenza, sentivamo la necessità di sentire come suonava la nostra musica prodotta e registrata. La sensazione è bellissima e ti dà la spinta e la voglia di scrivere cose nuove, di arrangiare nuove canzoni e di tornare in studio. Sentivamo di aver fatto un disco a metà, di aver dato solo un assaggio del nostro modo di scrivere e in più eravamo un vulcano di idee!
Dunque a settembre 2016 ci siamo rimboccati le maniche, abbiamo raccolto il materiale che avevamo e gli abbiamo dato una forma. E dopo sessioni di lavoro notturne e ore in studio di registrazione, l’album ha visto la luce!
Qualcuno dice che forse si sta tornando al concetto di singoli più che di dischi… voi che cosa ne pensate?
Sicuramente la musica oggi è ancora più “usa e getta” rispetto a prima, la musica si ascolta dalle playlist e il singolo la fa da padrone. Ed Sheeran e pochi altri sono riusciti ad avere quasi un intero album in playlist quindi si, puntare sui singoli oggi è indispensabile.
Tuttavia la dimensione album è speciale, ti permette di entrare in uno spazio nuovo in cui immergerti, di vivere un esperienza. Moltissimi artisti stanno producendo album incredibili che magari hanno meno risonanza rispetto a prima ma il cui ascolto trasmette tanto di più rispetto ad una playlist.
Come nasce il matrimonio lavorativo tra voi e una label così epica nel rock come la OrzoRock?
Nasce prima di tutto da un rapporto di amicizia, fiducia e rispetto reciproci. Orzorock music ha colto il nostro potenziale, seppur il nostro genere sia borderline rispetto alle loro abituali produzioni, va però specificato che in realtà i punti di contatto musicale ci sono e sono belli solidi, amiamo il rock da sempre ed è presente nel nostro sound seppur si tratti di un rock proiettato al 2018 e non al 1990.
Come suona dal vivo questo disco? Ho l’impressione che sia una produzione assai massiccia e intensa da riprodurre dal vivo… sbaglio?
Il disco suonato dal vivo funziona molto bene, abbiamo fatto un lavoro intenso in sala prove per rendere gli arrangiamenti efficaci nella dimensione live, utilizzando pochissime sequenze e cercando di ricreare l’impianto sonoro con quanto a nostra disposizione.
Il feedback del pubblico ci ha piacevolmente colpito, molti dicono addirittura che ci preferisco live che su disco e questo per noi è un gran complimento.
Parliamo invece di testi. Che rapporto avete con le parole?
In un mondo musicale nel quale si è sperimentato di tutto e mescolato centinaia di generi, crediamo che la differenza venga fatta dalle parole.
Per arrivare agli altri devi saper comunicare qualcosa, la musica poi diventa un veicolo per farlo. Tante volte infatti le nostre canzoni nascono da poche parole e poi ci si cuce addosso la musica.
Da ragazzini scrivevamo in inglese, facendo milioni di errori grammaticali, perchè “faceva figo” e in un qualche modo camuffavi il testo per non metterti troppo a nudo. Poi abbiamo capito che esprimerci al meglio nella nostra madre lingua ci avrebbe permesso di dare qualcosa in più alle nostre canzoni.
Quanto mondo oltre all’Italia c’è nella scrittura degli Stereo Gazette? In fondo all’Italia cosa dovete (italiano a parte)?
Oltre all’Italia ci sono i suoni. Non lo neghiamo, i suoni che vengono da oltremanica e oltreoceano ci affascinano, ci piacciono, ci esaltano e, volenti o nolenti ne siamo profondamente influenzati. All’Italia dobbiamo tanto, soprattutto il modo di esprimerci e l’ispirazione per scrivere brani pungenti come “Naufragio”, che ha come tema appunto, il Bel Paese.
La redazione di MIE