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TRACCIA PER TRACCIA: JOE BARBIERI racconta “ORIGAMI”, il suo ultimo album

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Joe Barbieri (Napoli, 14 dicembre 1973) è una affascinante anomalia. Un outsider che al di fuori del binario dell’industria si è saputo costruire un percorso personale, all’estero come in Italia; e che è riuscito nel raro esercizio di convogliare il genuino apprezzamento di colleghi, critica e pubblico.


UN POSTO QUALUNQUE

Una bossa nova esistenzialista, dedicata alla ricerca del proprio centro, del proprio punto di prospettiva; ed in perfetta sospensione tra due dei più feroci amori musicali di Joe Barbieri: João Gilberto e Luigi Tenco.

UNA TEMPESTA IN UN BICCHIER D’ACQUA

Swing con echi manouche. Un divertissement poetico sul gioco-lotta che l’amore talvolta può divenire, con un piede nel più ostinato dispetto ed uno nella più profonda devozione.

La parte solista è affidata al chitarrista Oscar Montalbano.

UNA CICATRICE ED UN FIOR

Il jazz come dialogo, in questo caso tra la voce di Barbieri e l’armonica a bocca del palermitano Giuseppe Milici. Riverberi di una canzone italiana di metà secolo scorso e di un suono di “chetbakeriana” memoria che ne slabbra e spettina i confini.

BELLE SPERANZE

Ispirata dai nipoti dell’autore, “Belle Speranze” è una osservazione sulla gioventù, ed in particolare sul momento dorato dell’adolescenza più acerba e spigolosa in cui si scopre l’altro sesso e ci si innamora per la prima volta. La tromba solista è di Gianfranco Campagnoli.

RINASCIMENTO

Un intenso bolero e la sapiente tromba con la sordina di Paolo Fresu per raccontare la rifondazione di un uomo ed il suo rinascimento – da qui il titolo, appunto – emozionale.

SINCRONICITA’

Una concatenazione di scenari e di immagini, per l’appassionata e pubblica dedica di Barbieri alla propria moglie. Protagonista strumentale: il bandoneon di Paolo Russo.

MIA DIVINA

Bastano un violoncello (qui quello di Stefano Jorio), una chitarra ed una voce per dipingere una piccola preghiera salvifica ed una supplica cantata in punta di speranza.

TU MI DIMENTICHI

Torna il respiro manouche, stavolta mischiato ad un’atmosfera da italico “boom economico”; in una esecuzione cameristica per due chitarre, contrabbasso, spazzole ed assolo di violino à la Grappelli, qui suonato dall’ottimo Andrea Esposito.

TESTARDAMENTE

Una musica che nasce nel centro del mediterraneo: un po’ fado, un po’ sirtaki, un po’ canzone italiana; il tutto avvinto in un ritmo 2/4 che è un po’ seduzione, un po’ nenia, un po’ invocazione.

PANE PER I TUOI DENTI

Il Brasile fa da orizzonte a questa giocosa provocazione, a questo leggero momento di delicato e giocoso disimpegno.


BUONGIORNO SIGNORINA

La celebrazione di un preciso istante: quello del risveglio della persona amata. Il momento esatto in cui, incrociando lo sguardo di chi ci ha appena dormito accanto, abbiamo la certezza che quello stesso sguardo ci potrà salvare.

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