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Matteo Fioretti: esce oggi "Seven"

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SEVEN
Il lavoro musicale Seven è stato realizzato esclusivamente con l’ausilio di un Virtual Analog Synthesizer modello Korg MS 2000/b, denominato comunemente sintetizzatore. Si tratta di uno dispositivo che può generare imitazioni di strumenti musicali reali o creare suoni non esistenti in natura. Tramite una selezione di una quantità di tecniche, è possibile poi ottenere una serie di effetti. In questo caso la tecnica impiegata è unicamente la sintesi sottrattiva. Volendo ascrivere il lavoro entro un genere musicale, si attiene formalmente alle caratteristiche della Space music, un genere che risiede nella musica Ambient, così denominata, dato che induce l’ascoltatore entro una sorta di esperienza contemplativa, trasmettendogli una percezione indeterminata di spaziosità. Essendo una musica priva di melodie, strutture convenzionali e ritmiche, evoca un senso di «continuum di immagini ed
emozioni», usando la definizione dei teorici nonché fondatori della stessa, come Brian Eno. La Space music prende una serie di diramazioni, ma molto interessante è il principio che accomuna tutte le esperienze Ambient: il senso di indefinitezza. Il porsi sempre “a distanza” come un paesaggio di cui cogliamo e godiamo del senso complessivo, ma i cui particolari, che muovono e animano medesimo paesaggio, sfuggono, apparentemente, ai nostri sensi.
 
Genesi
Concepito nel 2007, Seven si configura come un contenitore di contenuti (concetti) eterogenei e interminabili, che vengono sviscerati di volta in volta, in modo sempre difforme (attraverso eventi, happening, performances), e che, ripercorrono in modo incalzante sempre il centro: la genesi di Seven. In tal caso l’origine si pone come processo infinito e indefinito, o meglio, “non finito”, dal momento che il principio del concept album è il concetto stesso che scorre a ripetizione, come l’acqua di un fiume.
In Seven, la scelta delle note è ricaduta sulle sette della scala diatonica, teorizzata in origine da Pitagora mediante studi effettuati su un monocordo. Si dice che mentre il matematico effettuava le sue ricerche, affermò: “studiate il monocordo e scoprirete i segreti dell’universo”. Pare che Seven segua concettualmente la genesi della stessa scala diatonica, in quanto, prende vita dall’emissione di un segnale semplice (generato dal sintetizzatore), un’onda, e attraverso la tecnica di sintesi sottrattiva, vengono determinate sette atmosfere, o “sette camere sonore”, tenendo fede alla definizione dello stesso autore.
È doveroso ricordare che l’artista concepisce Seven nell’arco di una nottata trascorsa in studio, plasmando impetuosamente “le materie sonore”, immergendosi pertanto nei “sette paesaggi sonori” da lui procreati. Il riascolto successivo, gli ha permesso poi un’identificazione individuale dei paesaggi, secondo impressioni evocategli.
 
Traks:
1 – Stargate (2,15); 2 – Space Water (4,46); 3 – The Moon (4,10); 4 – Africa Carillon
(4,15); 5 – Cosmic Trip (8,07); 6 – Storm (10,24); 7 – Dance of the fairies (7,58).
 

Rosanna Grisorio

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