Dente – “Almanacco del giorno prima”. Dolce malinconia, amorevole nostalgia…
Parlare di dodici brani in pieno stile cantautoriale e della sua voce inconfondibilmente dolce e malinconica non basterebbe per presentarvi “Almanacco del giorno prima“, l’ultimo album di uno dei “fondatori” dell’indipendente italiano, il fidentino Giuseppe Peveri, in arte Dente.
Questo album infatti, è molto, ma molto di più. Tema centrale è l’amore, ma non l’amore dei cioccolatini Perugina o delle canzonette pop “made in talentshow”; parliamo di un sentimento meno artificiale, genuino e a volta anche ingenuo, raccontato magistralmente dalla poeticita dei testi di Dente.
Se è vero che per Dente questo è il primo album prodotto da una “major” (RCA\Sony), il primo lavoro lontano dalla scena indipendente che ormai egli conosce a menadito, i mali pensieri verranno messi subito a tacere perché l’artista non ha minimamente stravolto il suo stile originale, malinconico e sognante per esigenze di mercato, anzi, armato di tanta coerenza e perseveranza, ha messo su un album in pieno stile indipendente, un lavoro ricco di sensazioni intime, pure, un gioiello di cui essere gelosi e che vorremmo tenerci tutto per noi per paura che la gente, il mainstream nella fattispecie musicale, ce lo rovini.
Le canzoni dell’album.
Brani come “Fiore sulla Luna“, “Meglio degli Dei” o “Coniugati passeggiare” sono delle perle di puro romanticismo cantautoriale e mi hanno subito richiamato alla mente Fabrizio De Andrè, la dolcezza malinconica della “Canzone dell’amore perduto” e ancora il crudo disincanto di “Se ti tagliassero a pezzetti“.
La muta sofferenza, che sembra quasi sopportabile a causa della dolcezza delle note che la raccontano e la nostalgia di qualcosa ormai perso si affacciano qua e là per tutto l’album e toccano l’apice in “Al Manakh” un inno, velato ma non troppo, ai ricordi che ci hanno arricchito, all’esperienza che, nel bene e nel male, abbiamo maturato.
Una menzione a parte poi la merita l’ultimo titolo dell’album: “Remedios Maria“.
Dente decide di fare una rassegna letteraria di tutte le donne co-protagoniste, mai padrone delle loro storie, si parte dallla Penelope omerica e dall’Alice di Carroll, poi passando per le infelici shakesperiane Giulietta ed Ofelia si giunge alla biblica Maria Maddalena, e le rende finalmente protagoniste delle loro vite. Ora costoro sono donne forti ed emancipate, che fumano, escono la sera, si acconciano come vogliono e finalmente decidono delle loro vite.
A voi, lettori di MIE – Musica Italiana Emergente, auguro una buona lettura e soprattutto un buon ascolto con l’album “Almanacco del giorno prima” di Dente.