Coez tranquillo, nel tuo album non c'è "Niente che non va"!
Amori sofferti, illusioni ed inevitabili disillusioni, speranze e sogni. Insomma, tanta tanta vita, vissuta o immaginata, anzi (forse) sperata, è quella che Coez ha messo nel suo “Niente che non va” l’ultimo album in ordine di apparizione nella discografia del cantautore romano.Che poi queste pagine di vita siano frutto di un’esperienza diretta o di una visione esterna poco conta, Coez, anche in questo album, è riuscito a portare in musica e parole emozioni autentiche, schiette; ed è questo, fin dagli albori, il suo punto forte.
Capitolo suoni.Questi sono sicuramente molto simili a quelli ascoltati in “Non erano fiori”, l’album precedente, ma stiamo parlando comunque di un beat abbastanza unico nel suo genere che ben si addice alla voce dell’artista, che ha ormai praticamente abbandonato il rappato per far spazio ad un approccio più pop/cantautorale.
Degli undici brani del disco è difficile trovarne uno che non sia almeno orecchiabile; i testi, poi, sono sempre ben pensati e, come già detto, pieni di vita. Spiccano tra tutti la serenata “Jet”, la travolgente “Ti Sposerai”, il singolo che ha anticipato il disco “La rabbia dei secondi” e la mia preferita su tutte, “Niente che non va”, un invito forte e deciso a riappropriarsi della propria vita (“Se pensi al passato e non ne puoi più, ti schianti in alto ma il cielo è più blu”)
In conclusione, conosciuto come rapper/autore e ritrovato cantautore, Coez è cambiato tanto, e questo forse i puristi non lo digeriranno, ma è assolutamente indubbio il fatto che questa trasformazione sia comunque una crescita, una scelta ragionata che conserva la grande originalità della sua penna d’artista.
Alessio Boccali