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JOHNNY CASINI: l'esordio prodotto da PHIL MANZANERA

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Si intitola “PORT LUIS” l’EP di esordio di JOHNNY CASINI.
Un disco che rivoluziona la sua vita che da italiano diventa del mondo, tra la California e l’Inghilterra, con una schiera di musicisti incredibili e la gloriosa produzione artistica del grande PHIL MANZANERA.
Un Pop Rock di grandissimo gusto che ovviamente coniuga il mood di una ballata on the road a sfumature più rudi e ferrose per un noir americano di stile. Un disco da consumare in ogni tempo e luogo.

L’intervista a Johnny Casini

Prima cosa che non posso evitare di chiederti. Come si incontra Phil Manzanera?
Suonando a un mio concerto circa 4 anni fa nelle zone della bassa Reggiana ho avuto la fortuna di incontrare il mio odierno Manager Claude Ismael (Youssou N’Dour, Kool & the Gang, Rita Marley, Barry White, Frank Zappa, The Cure…). È nato subito un bellissimo rapporto professionale e di stima reciproca. Tramite la sua esperienza, le sue conoscenze e il suo importante livello professionale riconosciuto nell’ambiente musicale mi sono ritrovato nello studio di registrazione di Phil Manzanera il quale mi ha prodotto artisticamente l’EP “Port Louis”.
In questo esordio ci vedo dentro tanto surf, i Beatles nelle loro vesti colorate ma ci vedo anche l’America noir e una certa industrializzazione vista con gli occhi dei REM. Ti piace questo quadro? Che cosa aggiungeresti o cosa cambieresti?
Ti ringrazio innanzi tutto per gli accostamenti e i paragoni che hai descritto. L’obiettivo di questo EP: “Port Louis” è di raccontare, descrivere, narrare la vita, le delusioni, le emozioni, i sentimenti di qualsiasi ragazza o ragazzo che vive l’esperienza di un cambiamento, della crescita, del passaggio da adolescente ad adulto in questo nostro periodo storico in cui fermenta e si accresce il contrasto tra online e offline, il concetto di social, la solitudine e la felicità ostentata.
Un Ep distribuito solo sui canali digitali se non erro. C’è in previsione un full length? Un disco fisico? Un vinile?
Si! In previsione c’è la pubblicazione di un “LP”. Questo sarà distribuito digitalmente come “Port Louis” ma anche su supporti fisici.
Nel singolo “Dark Sunglasses” diventa scanzonato e cerchi di prenderti gioco in un qualche modo uno stile di vita, un giocare a carte scoperte. Cosa significa tutto questo per te?
“Dark Sunglasses” è un brano pieno di metafore. Come ti dicevo prima voglio trasmettere le difficoltà che una ragazza/o hanno nelle loro scelte nel proprio periodo di cambiamento.
La principale metafora sono i “Dark Sunglasses”. Infatti sono come un filtro da mettere sugli occhi ogni volta che non vogliamo vedere la verità. Il mio obiettivo e di trasmettere la forza di poter togliere gli occhiali da sole un giorno, di poter vivere senza filtri e di poter accettare che la vita in se è un insieme di grandi cambiamenti.
In un qualche modo, mi viene da leggere tra le righe un certo modo di non far pace con un “lusso”, con uno determinato stile di vita. Come ad esorcizzare il tuo recente passato in Italia?
In “Dark Sunglasses” voglio esorcizzare i contrasti interiori e le difficoltà che si incontrano durante questo periodo di vitta che ci bloccano i sogni e i progetti di un prossimo futuro. E parlo anche per esperienza personale.
Parliamo del sound: che direzione avete scelto e che soluzioni si troveranno ad ascoltare tutti coloro che cliccheranno su “Port Luis”
In “Port Louis” abbiamo cercato di avere un Sound graffiato ma elegante proprio del classico rock. L’unione delle chitarre distorte e pulite con i sintetizzatori e l’organo Hammond trasmettono sonorità vintage, rock ‘n roll con variazioni colorate e sintetiche. Si alternano canzoni Pop/Rock Bluseggianti, con ballads malinconiche e piene di speranza accompagnate da acustiche e tastiere che trasmettono la giusta acidità al tutto.
La redazione di MIE

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