Matteo Carmignani: “Le curve del buio” è il disco d’esordio. L’intervista su MIE.

Il cantautore toscano Matteo Carmignani pubblica il suo disco d’esordio intitolato Le curve del buio.
L’uscita del disco è accompagnata dall’uscita del video del primo estratto del disco, Il posto al sole, video realizzato dal regista Geremia Vinattieri con l’aiuto del direttore della fotografia Francesco Giacomel e interpretato dall’attrice Roberta Mattei.
Il posto al sole, il videoclip ufficiale
Benvenuto Matteo. Il tuo è un esordio con “Le curve del buio” lo definisci “un punto di arrivo”. Una rinascita che parte da un’introspezione in un lungo percorso che è durato tre anni. Possiamo quindi immaginare che questo album sia fortemente autobiografico?
Si, lo è, c’è molto di me e del mio vissuto. Con gli anni ho capito che guardarsi dentro è un bisogno che prima o poi si manifesta e difficilmente riusciamo a metterlo da parte facendo finta di niente, io gli ho dato voce.
L’ho fatto scrivendo canzoni e una dopo l’altra hanno ripercorso storie e pezzi di me, relazioni, amori e scelte che restano addosso. Non l’ho fatto per nostalgia ma per il bisogno di mettere ordine, di vedere ancora una volta da dove arrivo e saper riconoscermi per quello che sono oggi e per come vive emozioni e sentimenti universali.
È stato un viaggio intimo che mi ha dato un sacco di conferme, serenità e consapevolezza.
Il tuo lavoro discografico vede la produzione artistica di Fabrizio Simoncioni (Ligabue, Piero Pelù). Quanto è stato importante una guida più che una collaborazione come il Simoncia per la conquista di questo punto di arrivo intitolato “Le curve del buio”?
Fabrizio è stato entrambi, guida e collaboratore. Avevo lavorato molto sui brani in preproduzione e quando sono andato in studio avevamo una buona base definita e con già una forte identità. Con Fabrizio abbiamo sempre condiviso scelte e sonorità, livelli, presenze e distanze, con la finalità di mantenere la centralità delle canzoni e della mia voce. Fabrizio ha saputo leggere il mondo e le atmosfere rispettandone l’anima e la scrittura originale, perché ciò che oggi identifica il linguaggio del disco era già dentro ad ogni canzone.
Lui, in un equilibrio speciale, è riuscito a valorizzare tutto il disco e ad aggiungere ciò che mancava. È stato un processo lungo ma credo che con lui e gli altri musicisti (che ha lo stesso Simoncia ha scelto per le loro capacità a calarsi in questo viaggio), ne sia uscito un disco intenso, monumentale, fatto di passione e indagine personale.
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Il tuo primo singolo estratto di intitola “Il posto al sole”. Possiamo dire che questa canzone è frutto della conclusione del tuo viaggio introspettivo?
È un pezzo importante ed è davvero alla fine del percorso del mio viaggio e della track list.
Da lassù, da “Il posto al sole” si vede il mare, quello della nostra vita dentro al quale pensiamo di veleggiare liberi, padroni delle nostre scelte, della nostra individualità, della nostra indipendenza, per poi accorgersi invece che siamo figli di un’illusione che ci siamo costruiti e dalla quale spesso dipendiamo.
La canzone è un invito a cambiare, “Il posto al sole” ci svela questa ineluttabilità, ci mostra il nostro combattere per niente e le illusioni alle quali crediamo e che ci frenano, impedendoci di vivere davvero senza condizionamenti.
Il singolo è accompagnato dal videoclip curato da del direttore della fotografia Francesco Giacomel e interpretato dall’attrice Roberta Mattei. Salta subito all’occhio che il videoclip ha un’assenza di colori visto la sua veste in bianco e nero. Immagino sia una scelta ben precisa per presentare questo tuo singolo?
Il video è nato insieme con Geremia Vinattieri, il regista e con Roberta Mattei, l’attrice protagonista di questo viaggio tra flashback e tempo reale, raccontato come una fuga da qualcosa che la spinge a mollare tutto e a lasciarsi tutto dietro, riprendendosi tempo e attenzione per sé.
La scelta del bianco e nero, della fotografia e dei piani larghi è stata discussa con Geremia e Francesco e voluta per omaggiare la cinematografia dei luoghi dove abbiamo girato, un panorama senza fine come i tormenti e i pensieri che accompagnano questa fuga senza meta.
Quanto rappresenta “Il posto al sole” il mood e il filo conduttore di questo album?
La canzone è un brano intenso che avvolge in una malinconia quasi surreale. Il mood del disco è questo, e si alterna tra canzoni con spinte e intensità ritmiche che seguono l’emotività e i temi dei brani e il loro dipanarsi nella scaletta del disco. È un album per pensare, per smuovere e quest’aurea malinconica ti piega e ti fa sedere, così da farsi ascoltare tutto di un fiato.
La scrittura emotiva del disco e del sound che lo veste riflette il mio modo di essere e le mie influenze musicali, e quando lo riascolto lo faccio davvero in maniera ciclica, dall’inizio alla fine senza interruzioni, lasciandomi ogni volta senza fiato.