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THE LIZARDS' INVASION: epico esordio di rock

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Finalmente si torna a parlare di Rock Epico e di CONCEPT ALBUM.
L’esordio dei vicentini THE LIZARDS’ INVASION si intitola “IN-DEPENDENCE TIME”. Dunque ROCK di vecchia fattura, dove il pop industriale dei giorni nostri incontra quelle sfumature di epico prog che rimanda ai miti più disparati.
Il mondo in mano ad una forma di vita umana che non ha ambizioni di potere. Anarchia e comunismo nel più totale delle accezioni. Solo una storia? Il racconto che si sviluppa lungo 7 inediti di grandissimo impatto scenico ed emotivo.

L’intervista ai The Lizards’ Invasion

Un esordio di rock epico. Quanto ci mancava nella scena italiana? Tornare al sapore di un certo gusto cinematografico americano… le vostre ispirazioni?
Nella scena italiana, c’è molto, sicuramente manca qualcosa. Noi siamo certi di aver colpito un ambito che al momento nel panorama italiano non è presente, e proprio per questo non siamo ancora nella nostra piccola sala prove a suonare. per l’appunto la scena attorno a noi dovremo crearla se vogliamo vedere dei buoni risultati.
Le nostre ispirazioni sono molto varie, di certo per “INdependence Time” la nostra idea era quella di fare musica che affondasse con le radici nel rock d’altri tempi ( Pink Floyd e simili) ma che con la testa sbucasse fuori e andasse ad accarezzare generi più moderni ( abbiamo guardato molto ai glaas animals, alt j, portugal.the man).
Più avanti cercheremo di sbucare ancora di piu e magari guardando un po meno al passato e un po piu al moderno.
Sento anche del sano prog o sbaglio?
Non sbagli affatto, abbiamo tentato di mascherarlo ma poi è sbucata fuori una canzone “INdestructible” che rappresenta un po’ la vecchia parte di noi. Siamo partiti suonando una musica simile al progressive, ira stiamo cercando di esplorare altri ambiti e altre sonorità.
Il naso, la notte e poi le grandi metropoli di palazzi giganti e fumosi marciapiedi. Lo scenario per quasi tutto il disco sembra questo. Voi che mi dite?
Dico che ci hai visto abbastanza lungo. L’intero album tratta una storia fantastica, un qualcosa che non esiste, ma le canzoni parlano di fatti reali, con i piedi per terra, il mood vuole essere quello delle grandi città: grandi possibilità ma anche grande degrado, una forte disparità, e la notte direi che calza molto a pennello.
Se non altro la prima traccia “INtro”, ha come intro (pardon) proprio un gran chiasso creato da persone in strada, e il rumore della rotella dell’accendino di un ipotetico ascoltatore che nella è nella propria stanza e si accende una cicca con la finestra aperta.
Parliamo di elettronica che oggi va tanto di moda. Per i voi che valenza ha?
Una grandissima valenza. Come gruppo abbiamo incominciato non da molto ad ascoltare anche elettronica, qualche anno, ma abbiamo voluto subito provare ad inserire alcuni elementi nelle nostre canzoni, un esempio lampante è l’utilizzo del pad.
Non c’è dubbio che andremo avanti con la nostra esplorazione e troveremo il modo di contagiare la nostra musica in maniera efficace anche con quello
Live: come si vive oggi sui palchi e come si vive da artisti sotto i palchi? Nel senso: riuscite a suonare in giro? E quando sul palco non ci state, la vita di un artista emergente oggi com’è?
Su questa domanda potrei aprire un capitolo. Il Ruolo dell’artista emergente, rispetto una volta, secondo me ha preso piu una piega di tipo imprenditoriale. Devi saper fare di tutto: un minimo di grafica, montaggio video, usare i diversi social, trovare iniziative creative per migliorarti e saperti destreggiare molto bene con le persone che incontri.
Ti puoi trovare davanti persone di ambiti molto diversi e devi riuscire a far valere la tua posizione. Il tutto ovviamente immersi per quanto possibile in un bagno di umiltà. Tutti gli artisti emergenti si trovano nella stessa situazione, il modo migliore per andare avanti è fare gruppo. Per i concerti invece, è un po come una lezione in università, o una conferenza, se quello che avviene sul palco ti interessa e ti affascina, ne sei catturato e puoi imparare moltissimo.
Quando sei sotto palco sei sempre un artista, ma un’artista che cerca di rubare tutto l’interessante che c’è. Comunque si, pur essendo emergenti si riesce a suonare, con moderazione, e piu vicino casa ma non ci lamentiamo, navighiamo sul mare delle 4 – 5 date al mese, vorremmo crescere ma per ora a posto cosi.
La redazione di MIE

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