NICOLE STELLA: un bel disco in cerca di oro
Esordio per la cantautrice vicentina Nicole Stella. Si intitola “Dov’è oro ciò che luccica” pubblicato da Musicantiere Toscana.
In rete il bellissimo video di sole del singolo “Vediamoci là”.
Un sound che incontra la bellezza del tradizione italiana con questa voce assai interessante, matura, ricca di espressione e di visioni. Quella maturità che raramente troviamo scolpita in queste nuove opere prime italiane. Buon ascolto a tutti.
L’intervista a Nicole Stella
Un esordio dalle tantissime facce diverse. Dalla musica folk americana a qualche buon timbro di jazz passando per il bel canto italiano degli anni ’50. E non di mendichiamoci anche qualche spruzzata di elettronica. Dunque, qual è la faccia di Nicole Stella?
Hai detto bene, quest’album è variegato e spazia in mondi diversi, sperimenta e cerca di capire quale sia la strada giusta da intraprendere. E qual è dunque? Beh forse la risposta non c’è, forse ogni ascoltatore potrà dire la sua, potrà ritrovarsi in un mondo piuttosto che in un altro.
“Dov’è oro quel che luccica” è frutto di riflessioni ed esperienze vissute in un periodo di grande cambiamento della mia vita e credo che anche nei generi rifletta questo. Comunque i pezzi sono legati tra loro dalla mia voce e dalla mia chitarra acustica, che da al tutto un’atmosfera folk.
Giovane voce di questa nuova scena italiana. Eppure sembra quasi che la bella melodia italiana stia facendo posto a imprese digitali di frontiere americane. Diciamo anche che il digitale impera. E tu invece?
Eh sì anche io, pur essendo cantautrice sono come hai detto una giovane voce, e come tutti i progetti giovani non posso che sottomettermi umilmente alla logica del digitale e del social, unici strumenti (ma anche spesso armi a doppio taglio) per promuovere la propria musica oggi.
Allora la domanda è assolutamente dovuta: dov’è oro tutto ciò che luccica?
Ognuno può trovare dentro di sé a risposta a questa domanda dopo aver ascoltato il brano da cui è tratto questo titolo ovvero, “Vediamoci là”, canzone che invita un interlocutore misterioso all’incontro in un luogo di pace, di tranquillità, dove il rumore del mondo è attutito, il mare non lo senti, i cani non abbaiano e dov’è oro quel che luccica.
Insomma un moderno Eldorado in cui non c’è più bisogno di coprire i pensieri con maschere e travestimenti ed è proprio questo il concept dell’album. È proprio il disco il luogo in cui io smaschero pensieri e ricordi legati alla mia vita personale.
Una chiusa in inglese. Dopo 9 inediti in italiano hai scelto di chiudere il disco con la tua prima canzone scritta che è in inglese. Come mai?
In questa scelta è prevalsa la mia arte sentimentale. “The blue eyed bride” è infatti il primissimo pezzo che ho scritto, quello che facendolo sentire in giro ha attirato consensi e mi ha spinta a scrivere ancora. In un certo senso devo il disco a questa canzone.
Però non è la “cara vecchia canzone del cuore”, la ritengo ancora molto attuale e se dovessi scegliere un sound, all’interno del disco, che mi contraddistingue di più, sarebbe quello di questo brano.
La redazione di MIE